L'Uomo, il Cosmo

Angelo Trabace, Davide Dileo, Giacomo Mazzucato, Marco Anastasio

Immagino il cosmo un attimo prima del grande botto
Una tela nera senza spazio e tempo
Senza luce e ombra, senza sopra e sotto
E immagino il grande petardo cosmico che esplode dal niente
Il colpo mastodontico del più grande fuochista di sempre
E le stelle lanciate lontano, ma tanto lontano che è facile credere
Che fossero solo in missione a portare la luce, a sfregiare le tenebre
E in qualche manciata di milioni di secoli
Si è creato un sistema di stelle, pianeti e satelliti
Su una di queste palle di roccia volanti ci sono milioni di omini pensanti con
Visioni, passioni, rimpianti, poi
I fiori, i caimani, gli alianti, un cane buffo, un gelato al puffo
Le piante carnivore, le vipere, le cascate, le allodole libere, ehi

C'è pure un parcheggio e c'è il sottoscritto
Un amico mi sfotte perché l'ho girata una merda e gli dico di starsene zitto
E invece parliamo, diciamo che il cielo è un immenso grandangolo
E finiamo d'accontentarci delle quattro stelle che ora ci rimangono
Parliamo di vita e di morte
"Se il Sole si spegne, che cosa rimane?" mi dici, compare
Fino a prova contraria, io sono immortale
E non c'è niente a questo mondo che mi fa paura
A parte il niente

Perché per quanto ne so io, quando qui sarà tutto freddo
Non sono certo che l'oblio sia tanto meglio dell'inferno
Un'esplosione? Un mormorio? Non c'è speranza di saperlo
La biglia corre sul pendio e l'uomo coglie il suo momento

E se ci pensi, ogni parola mai detta, ogni segno sul muro
Passato, futuro, presente
Ogni cripto valuta e pittura rupestre è sepolta per sempre
Ogni foto ricordo
E i vari cerchi di monoliti eretti in onore di dei antichi guardiani del mondo
I riti d'inverno che invocano il Sole
Canti d'estate a salvare il raccolto
Vecchie riviste da sala d'aspetto
Ogni millisecondo che sembra perfetto
Ogni verso di pietra di un vecchio poeta vissuto ingabbiato in un secolo stretto
Tutto questo e non solo questo, si sta dissolvendo
Non mi pento del tempo, amico mio
Che guardi il cielo per sentirti piccolo
Come prima di te un cavernicolo e dopo di te un transumano
Sii grato, se non a Dio, quantomeno al caso
Di essere al centro dell'esperimento del vissuto umano
Sii grato
E accetta di buon grado che ogni giorno che hai passato è andato perso nel silenzio
Perché è vero che viviamo in dissolvendo
Ma io penso che, forse, da abbastanza lontano, ogni attimo è eterno

Perché per quanto ne so io, quando qui sarà tutto freddo
Non sono certo che l'oblio sia tanto meglio dell'inferno
Un'esplosione? Un mormorio? Non c'è speranza di saperlo
La biglia corre sul pendio e l'uomo coglie il suo momento
Perché per quanto ne so io, quando qui sarà tutto freddo
Non sono certo che l'oblio sia tanto meglio dell'inferno
Un'esplosione? Un mormorio? Non c'è speranza di saperlo
La biglia corre sul pendio e l'uomo coglie il suo momento
Perché per quanto ne so io, quando qui sarà tutto freddo
Non sono certo che l'oblio sia tanto meglio dell'inferno
Un'esplosione? Un mormorio? Non c'è speranza di saperlo
La biglia corre sul pendio e l'uomo coglie il suo momento

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