Una coscienza di classe

Il mio amore è troppo malinconia
Per un'oasi di te per le solite risolte
Discorsi e il senso di sottile malia
Parole che all'incubatrice son tolte

Ad un album grigio è dirottato
Il tempo distratto quand'eri fanciulla
Ora ti specchi fraintesa
Nel ricordo affumicato
Sorridi d'un tratto ti empi di nulla

E ancora ritrovi l'impronta intatta
Nelle spocchiose foto dell'amore in ritardo
Alle difficili lacrime malizia disfatta
Del silenzio ingoiato col fascino sguardo
Avanzava di stralcio a pugno chiuso
Un corteo di disperazioni
Anelito alla vita mai stanco per l'uso
Gridando al sole le sue umiliazioni

Si aspetta al portone di cui senza le chiavi
L'aprirsi la finestra che qualcosa accadrà
E la casa è la vita e tu mi domandavi
Di cancellarla ma per morire ci vuole umiltà

Con l'eco sospesa nel cuore salire le scale
Accompagnandomi in te distinsi
Stupore nel viso
Ricamato alle unghie nere l'ambiguo ditale
Della femminilità tradotta per
Poco in sorriso

Allora il mio coraggio era troppo corto
Per resistere al richiamo del dolore usuraio
Poi finalmente decisi di uccidere il morto
Che ero io e lasciare in me l'operaio

Compagno in fabbrica talvolta mi
Fermo a guardarti
E tu non ne capisci il motivo
Lavorare è amare ed io per parlarti
Dovevo raggiungerti ora finalmente vivo
Signora ti lascerò l'inventario
Non del mio talento ma
Del mio cuore proletario

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