Le caselle (prosa)

Giorgio Gaber

Io con un cervello come il mio non ho paura di niente
Tutto previsto, ogni situazione, qui, una casella
Ho faticato eh, fin da bambino non so, per esempio
Uno mi dava un pugno, io niente
Lì per lì pum, lo prendevo
Poi andavo a casa, ci pensavo bene, e tic una casellina
Certo, per saper cosa fare
Infatti il giorno dopo tornavo lì, e lui pum, un calcio
Benissimo un'altra casella
Sì, perché quando una cosa non la conosci ti capita improvvisa
Non prevista, tipo "mani in alto"
Che fai eh?
Ce l'hai la casella?
Allora te la fai
Me le son fatte tutte
Ogni situazione, qui un sunto
Il Bignami dell'uomo, ecco chi sono
Ohè, non sono mica schematico eh, no, sono prudente
Le mie caselle me le tengo ordinate, numerate, sempre a posto
Così per ogni occasione c'ho pronta la sua risposta
Anche figurata per ogni casella una faccia
Funerale? Clap
Matrimonio, clac
Un bambino, clic
L'amore romantico clac, carnale?
Cloc
Sembro un view master
C'è solo un momento la sera
In quell'attimo che sei, tra il sonno e non ancora no
Ecco, ho l'impressione che il mio l'archivio
L'inconscio non mi è congeniale
Non vorrei mai addormentarmi
L'unica cosa che mi frega è il sonno
Sì perché magari sei lì no, eccitato
Veli bianchi bocche meravigliose cosce bellissime
Sei sempre più eccitato gli oggetti si accavallano spalle reggiseni
Poi ancora veli piume dissolvenza
Tac, ti viene in mente un tassista
Che fai?
Ormai sei lì, lo ami
Amare un tassista, non era nelle mie caselle
Sì, ma non c'è mica da allarmarsi eh
Io non ho di queste preoccupazioni
Sì d'accordo, in un sogno può succedere di tutto
Ma nella vita normale, io sono a posto

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