Fine
E adesso vivo a Bologna, con Chiara e Lucia
E già mi sento abituato a un'altra vita
E a volte cammino e sento su qualcuna che passa il profumo che usava la mia prima fidanzata
E mi sembra che il passato si mischi col presente
E le cuffie che ho comprato quattro anni fa all'aeroporto di Montreal
Non pensavo che sarebbero state in bocca a mia figlia oggi
Penso che i bianchi, i cristiani, gli occidentali, i capitalisti
Debbano pagare per tutto quello che hanno fatto
A quelli che hanno oppresso, massacrato e sfruttato
E allo stesso tempo penso che voglio vivere felice con Chiara a Centocelle
Che voglio difendere questa cosa e che non voglio immollarmi per errori che non ho fatto io
E mi dico che dovrei fare qualcosa, ma intanto il tempo passa
E comincia ad acquistare valore anche la semplice prospettiva di una vecchiaia serena
E di continuare a dirmelo soltanto che dovrei fare qualcosa
Ignorando che non fare qualcosa è una scelta che faccio ogni mattina
Fondamentalmente dovrei ringraziare che il lavavetri al semaforo non mi salti addosso
E mi accoltella, ma invece mi prega di lavarmi il vetro che nemmeno mi faccio lavare
E quanta differenza c'è tra questo e quando c'erano gli schiavi?
E poi, ha senso tutta questa moralità? Ha senso applicarla a questi problemi giganti
Che nessuno nella storia ha mai saputo risolvere?
Non sarebbe meglio smettere di pensare che il bene del mondo
E quello della mia famiglia siano in contraddizione?
Non è che questa idea di salvare il mondo è solo narcisismo?
Quali saranno la direzione e il ritmo delle trasformazioni che arriveranno?
Smetteremo per sempre di aggregarci in piccoli gruppi molto coesi o di fare famiglie?
Saremo sempre più connessi, con sempre più persone e in modo sempre più superficiale?
Ci disperderemo nello spazio comunicando in un'unica lingua che parleremo anche senza parlare?
Era questo l'unico destino possibile per l'umanità?
Era questo il regno dei cieli che aspettavamo?