la scelta
Giunge imprevista
su viscidi portamenti
nel crepuscolo
della gioia immeritata
Trascinata a fatica
per impervi sentieri
da bestie impazzite
e cieche al volere
Preceduta da sentori
di indecifrabile dolore
sordi al richiamo
della speranza lontana
Afflitta infine
nel gesto ineluttabile
che conduce ignaro
all’agognata agonia
Non è accettabile
non si può sopportare
il sorriso ipocrita
di esseri superiori
Come formiche
accumulano riserve
per l’inverno dei sensi
e tralasciano l’adesso
Nella linea sottile
evanescente confine
tra il reale e il possibile
alberga l’inverosimile
Non è tollerabile
l’atteggiamento osceno
di chi mantiene i piedi
a cavallo della scelta
Morto sulla riva
divorato dai gabbiani
aspettando solerte
la salma del nemico
Non c’è salvezza
nelle parole del saggio
sono la consolazione
per i cervelli molli
Mentre il mondo
avanza ingenuo
il fiume riporta a galla
escrementi trattenuti
Da chi incassa fame
e dispensa distruzione
nella promessa lacerante
dell’inevitabile fine