Sui tetti di Roma
Quest’anno l’ho passato a fare danni
stendo le mie emozioni come fossero dei panni
Il sole tende ad asciugarli e poi a bruciarli
tento di rintracciarli e finisco col calpestarli
e ho consumato ieri quattro pacchi di Marlboro
solo per sentire bruciare dentro tutto l’odio
da quando ci sei tu va tutto liscio come l’olio
ci ho messo un po’ a capire che però il tuo era un imbroglio
e devo ancora digerire quei ricordi nel cassetto che non sono riusciti ad uscire
quante cose ancora mi farai partire
prima di capire che è tempo di finire
Sola sui tetti di Roma
scrivo questa strofa e parla di me
come d’estate la pioggia
cadrò disinvolta ma non su di te
Apro il libro e giro a vuoto tra le pagine
cerco di dare un senso a sta voragine
che è tanto buia quanto fragile di cartilagine che se poi tocco la tua pelle brucio le pagine
Mi si appannano gli occhi solo a respirare metto su un po’ d’acqua e tendo a sprofondare e no che non so più nuotare mi devo abituare chi mi dà una mano mi lascia sempre cascare
Questo 2020 mi fa la schiena pezzi
e anche se becco il virus poi sei tu che me la spezzi
rimaniamo sempre distanti ma connessi
ci abbronziamo con i riflessi di questi aggeggi 
Sola sui tetti di Roma
scrivo questa strofa e parla di me
come d’estate la pioggia
cadrò disinvolta ma non su di te
In queste giornate vuote passo il tempo sul divano
e dimmi te “a che programma stiamo?”
Perdo l’equilibrio e ci baciamo
e per la foga ci innamoriamo