Mi Disordino

Lorenzo Cherubini, Riccardo Onori

One two three o'clock
Four o'clock rock
Ordine e disciplina
Dall'ovest alla Cina
Five six seven o'clock
Eight o'clock rock
Tutto sotto controllo
Dal tetto alla cantina

Le banche garantiscono
Le vergini arrossiscono
E i culi sotto ai raggi del sole si arrostiscono
E Alice guarda i gatti e i gatti scappano dai cani
All'uomo di Neanderthal gli prudono le mani
E il riff di satisfaction ci soddisfa
E il letto si rifà e sognando poi si disfa
E tutto scorre senza troppe sorprese
Aumentano i ricavi, aumentano le spese
Normali carezze, normali torture
I soliti entusiasmi, le solite paure
I bravi da una parte, dall'altra i recidivi
I morti in paradiso e nell'inferno i vivi
E più il mondo è moderno e più l'uomo diventa antico
(Presentato oggi a Milano il nuovissimo modello di foglia di fico)

Ma mi disordino
Quando li vedo sulla soglia, mi disordino
Quando ti cade giù la foglia, mi disordino
Quando mi lanci i tuoi coltelli, mi disordino
Quando ti sciogli i tuoi capelli, mi disordino
Quando mi accogli nel tuo sole, mi disordino
Quando mi asciughi le parole, mi disordino
Quando mi butti all'aria i piani, mi disordino
Quando riscaldi le mie mani, mi disordino
Quando intravedo la tua cima, mi disordino
Quando io e te facciamo rima, mi disordino
Quando non sai che io ti guardo, mi disordino
Quando esponi il tuo stendardo, mi disordino
Quando trasformi l'acqua in vino, mi disordino
Quando mi mostri il tuo giardino, mi disordino
Quando non so che cazzo dire, mi disordino
Quando però lo devo dire, mi disordino
Io mi disordino
Io mi disordino
Io mi disordino

Diritto canonico, diritto romano
Diritto naturale, diritto umano
Left, right, balla ballerina
Il sole tramonta la sera e sorge la mattina
E il super doganiere controlla le frontiere
Tra essere ed avere, tra patire e piacere
Mi hanno organizzato l'esistenza
Da quando mamma era in gravidanza
La pappa, la scuola, La cacca, la suora
Il mare, il ruttino, gli esami, Il casino
I desideri, i bisogni, la libertà, i sogni
Ed ogni estate un nuovo passo di danza
E vivo come in una gravidanza infinita
Come se fossi un feto per tutta la vita
Come se fossi un feto per tutta la vita

Ma mi disordino
Quando mi mischi le tue carte, mi disordino
Quando la macchina non parte, mi disordino
Quando ti annuso i genitali, mi disordino
Quando siam come due animali, mi disordino
Quando c'è vento tra i miei rami, mi disordino
Quando mi mandi i tuoi richiami, mi disordino
Quando io scio sulla tua schiena, mi disordino
Quando mi mangia la balena, mi disordino
Quando mi mangia la balena, mi disordino
Io mi disordino

Tre per tre fa nove
E uguale M C al quadrato
Confermato il rapporto tra i cateti e il quadrato
Un gomito che picchia sullo spigolo fa un male cane
Farina acqua e lievito scaldati danno il pane
Il percorso più breve tra due punti è una retta
L'ostacolo più inutile tra due punti è la fretta
Gestisco il tempo come fosse un conto in banca
Quanto ne è passato?
Quanto ne manca?

Ma mi disordino
(Io mi disordino)
(Io mi disordino)
(Io mi disordino)

Ma mi disordino
Quando scateni la tempesta
Quando sei al centro della festa
Quando scavalchi le mie mura
Quando sorridi alla paura
Quando sbatacchi la lattina
Quando mi inverti la mattina
Quando confondi le mie idee
Quando sconvolgi le maree
Quando mi scricchiola il mio trono
Quando io surfo sul suono
Quando mi complichi le cose
Quando mi smascheri le cose
Quando ti illumini di rabbia
Quando spalanchi la mia gabbia
Quando sproteggi il mio sistema
Quando l'impianto trema
Quando la porta resta aperta
Quando l'esercito diserta
Dimentico la chiave, io vedo la mia trave
Io allento il mio controllo, ti bacio sul collo
Mi dedichi attenzione, non cerco un'opinione
Sospendo il mio giudizio, mi anticipi l'inizio
Il ritmo cambia tiro, sconvolgi il panorama
La storia cambia trama, l'impianto trema non so la trama
Io smollo i legamenti col corpo io ti penso
L'assurdo prende senso e ascolto le sirene
C'è ritmo nelle vene
C'è ritmo nelle vene
C'è ritmo nelle vene
C'è ritmo nelle vene
C'è ritmo nelle vene
C'è ritmo nelle vene, uh
Io mi disordino
Io mi disordino
Io mi disordino
Io mi disordino, ah ah ah ah

Un mio parente era il cuoco sulla nave di Ulisse
Al grande eroe e ai suoi uomini faceva pranzi e cene
Anche a lui fu dato l'ordine che non ascoltasse
Passando da quell'isola il canto delle sirene
Ma lui si addormentò e non si mise la cera
E quando si svegliò credette di avere sognato
Ma invece l'esperienza era stata vera
Quel canto misterioso lui l'aveva ascoltato
E misteriosamente anche dimenticato
Restò dentro di lui quel richiamo del vuoto
Che hanno tutti gli uomini che hanno vissuto
Un tuffo inconsapevole nell'assoluto
Da lui ho imparato a vivere la realtà come un sogno
E i sogni come fossero una cosa reale
A vivere ogni viaggio come fosse un ritorno
E che anche i grandi eroi han bisogno di mangiare

Oh, buon sangue non mente, la la la la la
Io son di tutta la gente diretto discendente

Tra i miei antenati più illustri c'è un tale Caino
Fondò la prima città e fu il primo assassino
Una domanda insanguinava il suo cuore e cervello.
Perché Dio quella mattina preferì mio fratello?
Ma nei giorni più cupi, nei momenti più bui
Lui sentiva che invece il più amato era lui
E come segno di amore gli era stato concesso
Il dolore e la colpa per il male commesso

Oh, buon sangue non mente, la la la la la
Io son di tutta la gente diretto discendente
Oh, buon sangue non mente, la la la la la
Io son di tutta la gente diretto discendente

Un parente tra i più antichi era un manovale
Nel cantiere della grande Torre di Babele
Il progetto nell'insieme non lo conosceva
Ma mattone su mattone la Torre cresceva
Ad un certo punto con i soldi del salario
Pensò bene di comprarsi un vocabolario
Inglese, spagnolo, turco, arabo, giapponese
Swahili, italiano, greco, indu, russo, portoghese
Quel dizionario in qualche modo è nelle mie mani
Ma è sempre complicato capire gli umani
Una mia ava era una donna alta un metro e dieci
Frequentava romani, galli, egizi e greci
Il suo corpo era piccino ma pieno di calore
Sottomise tutti quanti, anche un imperatore
Dalla mia ava ho imparato che non c'è potere
Che resista all'arte buona di dare piacere

Oh, buon sangue non mente, la la la la la
Io son di tutta la gente diretto discendente
Oh, buon sangue non mente, la la la la la
Io son di tutta la gente diretto discendente

Nel mio albero genealogico quasi alla radice
C'è una donna di Bretagna che faceva l'attrice
Ma siccome solo i maschi lo potevano fare
Recitava di essere un uomo per recitare
Cardinale, puttana, mendicante, musa
La platea di fronte a lei non era mai delusa
Da quella donna ho imparato che l'identità
Ha una maschera e la maschera dà libertà
Puoi cambiare faccia, parte, umore e sesso
Nel frattempo camminare di fianco a te stesso
Ricapitolando a caso tra i miei antenati
Ce n'è uno che è vissuto al tempo dei crociati
Fabbricava e poi vendeva cinture di castità
Era il garante tecnico della fedeltà
E quando i cavalieri andavano a imbarcarsi in nave
Non sapevano che lui aveva la doppia chiave
Mi ha insegnato che i costumi cambiano spesso
E che tra guerra e religione c'ha ragione il sesso
Un mio antenato visse al tempo di Savonarola
Ascoltava i suoi anatemi parola per parola
Ammirava nei suoi occhi quella luce interiore
Che hanno gli uomini di fede, di forza, rigore
Poi però quando tornava a casa dopo i sermoni
Passava piazza della Signoria, via Tornabuoni
Le botteghe degli artisti, bordelli, mercati
Si sentiva a suo agio tra i condannati

Oh, buon sangue non mente, la la la la la
Io son di tutta la gente diretto discendente
Oh, buon sangue non mente, la la la la la
Io son di tutta la gente diretto discendente

Lo zio di un mio trisnonno suonava il violino
Il suo sogno era di essere un grande virtuoso
Poi si innamorò di una che gli cambiò il destino
Lasciò perdere il violino divenne triste e geloso
Dopo un sacco di anni che stavano insieme
Quando aveva rinunciato al suo sogno di artista
Lei se ne andò via con i profumi e le creme
E si mise con uno che faceva il violinista
Mi insegnò che rinunciare all'ambizione è sbagliato
Che poi la dea si vendica se c'hai rinunciato
C'era un matto che faceva sculture di vento
Si fermavano a guardarlo quando in movimento
Modellava ogni dettaglio della sua opera d'arte
Dopo un po' la fissava seduto in disparte
Quasi sempre scontento del suo risultato
Con un soffio distruggeva quel che aveva creato
E la gente la sera a casa ritornava
Con scolpito negli occhi il matto che danzava
Mentre lui andava a letto sempre insoddisfatto
Proprio come un uomo, proprio come un matto

Oh, buon sangue non mente, la la la la la
Io son di tutta la gente diretto discendente
Oh, buon sangue non mente, la la la la la
Io son di tutta la gente diretto discendente

Tra i parenti più lontani c'è un bestemmiatore
Ce l'aveva con Dio che gli era debitore
Di favole raccontate prima di mettersi a letto
Di cui tutti i bambini del mondo hanno diritto
Lui era nato senza motivo apparente
Tranne quello di diventar delinquente
Fu per questo che a Dio volle fargli dispetto
E divenne un cittadino corretto
Un mio nonno combatteva le battaglie di Troia
Un altro faceva l'aiutante del boia
Ce n'era uno contadino, un'altra ballerina
Uno morì di vecchiaia, uno di ghigliottina
Da tutti questi ho imparato la più grande lezione
Niente accade due volte e per questa ragione
Si nasce senza esperienza, si muore senza assuefazione

Wissenswertes über das Lied Mi Disordino von Jovanotti

Wann wurde das Lied “Mi Disordino” von Jovanotti veröffentlicht?
Das Lied Mi Disordino wurde im Jahr 2005, auf dem Album “Buon Sangue” veröffentlicht.
Wer hat das Lied “Mi Disordino” von Jovanotti komponiert?
Das Lied “Mi Disordino” von Jovanotti wurde von Lorenzo Cherubini, Riccardo Onori komponiert.

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