La giraffa di Imola
La vide prima il fachiro
E poi il facchino e il nano del circo
Scappare fuori dal recinto dello chapiteau
La vide il vigile e restò di stucco
A vederla galoppare sospesa
Come al rallentatore
Ma fuori non c'era savana
Solo marciapiedi e ferro e cemento e macchine ferme
Non alberi frondosi né pianure né incontaminate fonti
Né madre natura, o madre terra che in grembo la generò
Cucciolo senza madre
Perso qui nell'Europa del circo occidentale
La vide la donna del terzo piano: mentre stende dei panni
Vide la testa di una giraffa brucargli i gerani
Elegante e impaurita
Che correva, correva, correva, correva
E tutto intorno pareva volgare
Correva cercando un angolo d'erba
Tra macchine e moto, il campetto del calcetto
Il giardinetto delle villette, l'asfalto del manto stradale
E correva, correva
E tutto intorno pareva orrendo e tremendo:
Il SUV, la Porsche, il Cheyenne
Gli uomini tutti piccoli e brutti corrergli dietro
Gli zoccoli sulle automobili
"Presto presto fategli un recinto, presto presto"
Panico in città
"Si chiami la polizia per portarla via
Sempre questi stranieri senza permesso
E nemmeno la giraffa ce l'ha il permesso di circolar"
Correva, correva cercando
Un angolo di natura e di pace non c'era
Una giraffa è scappata calpestando le strisce zebrate
I passanti impauriti: "Fermi fermatela, fermi abbattetela"
Arriva un poliziotto senza camice, arriva e carica
E correva, correva
Verso la libertà
Correva, correva
"Dov'è un mio simile, dov'è un apolide?
Un rinoceronte, un ippopotamo
Uno stagno, un'oasi, un pezzo di terra qualsiasi?"
Nel parcheggio dietro alla Coop
Nel parcheggio dietro alla Coop
Una siringa di Valium o qualcosa per farla addormentare
Ma lei non si volle risvegliare
Diciotto mesi, abbattuta da un proiettile di narcotico
Il suo lungo collo vacillò lentamente, lentamente
Come un salice piangente, come una betulla
Quando vacilla verso il sole
E cade a terra